L’evento si è tenuto a Milano presso il Circolo e Centro Studi Caldara il 7/02/2025 alle ore 18:15.

Hanno partecipato Giorgio Arfaras, Sara Cristaldi, Marco Ghetti, Marco Leonardi e Silvia Pugi

Grazie al Circolo-Centro Studi “Emilio Caldara” e alle Associazioni “Per l’Italia con l’Europa” e “Adesso!” venerdì 7 febbraio si è svolto in via De Amicis 17 un colloquio impegnativo e realistico che ha messo a fuoco potenzialità e criticità del contesto europeo in cui il Rapporto Draghi “sulla competitività europea” agisce – a quattro mesi dalla sua presentazione – come riferimento politico, economico, finanziario e metodologico al “cambio di paradigmi” che è ora in agenda con l’impeto che viene esercitato, anche nelle relazioni USA-UE, da Donald Trump.

Stiamo parlando del documento che il 9 settembre scorso Mario Draghi ha presentato alla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Un documento strategico che si concentra su tre aree principali: colmare il divario tecnologico rispetto ad altre potenze globali, promuovere e coordinare una decarbonizzazione competitiva, e aumentare la sicurezza riducendo le dipendenze economica e tecnologica dall’estero. Aspetti cruciali sono l’accelerazione dell’innovazione, soprattutto nelle tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale e la digitalizzazione, settori in cui l’Europa è in ritardo rispetto a Stati Uniti e Cina; ma anche creare condizioni per difendere l’architettura delle politiche sociali che restano essenziali nelle condizioni della democrazia europea. Dunque obiettivi, volumi di investimento e priorità per combattere il rischio di declino e dipendenza dato il rallentamento della crescita della produttività europea, che sta indebolendo la sua capacità di competere su scala globale.

Moderati e introdotti da Sara Cristaldi e Marco Ghetti, sono intervenuti Silvia Pugi (CEC European Manager, proponendo un’efficace sintesi del Rapporto), Giorgio Arfarars, Marco Leonardi, Pietro Modiano, Alberto Meomartini, Maria Letizia Giorgetti  e Gianmaria Radice nel segnalare i limiti delle volontà politiche attuali (con aspetti controtendenziali situati nella crescita del posizionamento sovranista in Europa) e del quadro di regole e norme vigenti che rendono problematica la piena attuazione del Piano. Ha concluso il seminario Stefano Rolando (direttore scientifico del Caldara) per segnalare la necessità di agire su una svolta nella percezione pubblica dei problemi sollevati, in cui sistema di impresa, corpi sociali intermedi e sistema universitario debbono agire per creare condizioni di “coscienza pubblica” attorno ai temi cruciali discussi.